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giovedì 31 maggio 2012

Directing is in your bones (YDA)

Il 59esimo Festival Internazionale della Creatività sta per aprire i battenti, e i creativi di tutto il mondo sono già in agitazione. Io certamente, creativa o no, sono in fibrillazione: dopo tutte le schifezze su cui tocca lavorare durante l'anno, finalmente un po' di aria fresca, un po' di autentica creatività, qualcosa che ci ricordi il motivo per il quale ci siamo andati ad infilare in questo ambiente.
Certo i sogni svaniscono presto, e in un batter d'occhio ci si ritrova impelagati nel solito fango quotidiano: ma questo non è tempo di essere pessimisti, questa è come la vigilia di Natale, in cui l'attesa rende tutto più bello, più eccitante.
E cosa c'è di più eccitante, fresco e luminoso dello Young Director Award? 

The 59th International Festival of Creativity is coming up soon and creatives around the Globe are already pretty excited about it. I am excited indeed: after all that crap you work on all year around, you can finally breath some fresh air and be reminded of the reason why you started working in this business in the first place.
Of course, dreams fade away pretty quickly and you are back in the same old mud in the blink of an eye, but this is no time for being pessimistic: this is like Christmas Eve, when expectations make every single minute glow.
And what is more exciting, inspiring  and glowing than the Young Director Award?



Il promo della manifestazione, quest'anno sviluppa un'idea graziosissima, che cattura perfettamente l'essenza del tag-line "Directing is in your bones" ed è diretto dalla bravissima Karen Cunningham, una regista che a sua volta vinse il premio qualche anno fa con il suo primo lavoro da regista. Un film che le appiccicò addosso l'etichetta di "regista di bambini", visto che di bambini trattava, ma che sono convinta non la rappresenti al 100%, perchè "la regia ce l'hai nel sangue" e il talento che dimostra va ben al di là di qualsiasi etichetta.
Ecco un estratto del suo showreel. Buona visione!

This year's promo is a lovely script, which captures the essence of the YDA and its tag line "Directing, it's in your bones", and is directed by Karen Cunningham, a director who also won the competition a few years ago with her first directing job. A job that gave her the label of kids-director, since it was featuring kids, but that I am pretty sure doesn't represent her at 100%. Because "directing is in your bones" and talent shows beyond labels. 
Here's a sample of her work. Enjoy!







martedì 17 aprile 2012

Separation Degrees (Fly Emirates)

Buonasera a tutti! 
Dopo una lunga assenza frutto di un lunghissimo ponte pasquale, ci siamo ritrovate a notare uno spot Fly Emirates rapite soprattutto dalla sua musica. Certo le immagini sono molto suggestive, ma si può dire sia il solito film a vignette, se non fosse per un filo narrativo più interessante di quello che si incontra per lo più in spot di questo tipo. Si tratta di un utilizzo quantomeno poetico del concetto di "gradi di separazione", utilizzato per suggerirci che possiamo volare Emirates ovunque ci troviamo e dovunque andiamo. Bel casting, fra l'altro. 
Il regista è Seb Edwards che ha una formazione artistica che lo ha portato dalla pittura, alla video arte, passando dai cortometraggi per approdare alla pubblicità, dove già nel 2004 si è distinto vincendo agli Young Directors Awards di Cannes. Un vero Leone poi è arrivato, non molti anni più tardi, nel 2009 con una campagna per COI Army.
Oltre ad avere la capacità di creare immagini suggestive e di respiro cinematografico, lo abbiamo scoperto in grado anche di una certa dose di ironia, guardate Golf e Vodafone.
Qui di seguito una carrellata di spot, a cominciare da Fly Emirates, con la bellissima colonna sonora originale di Antfood che avevamo già citato, se vi ricordate, per quel bellissimo spot per Good Books.

Good evening everybody!
After a long absence (due to a very long Easter Break), we are back noticing a very nice commercial airing these days for Emirates, delighted by its engaging music score. It sure has a strong visual as well, but it would be just another vignettes film, if there weren't a strong and interesting link between each one of them. It is basically a very smart and effective use of the concept of "separation degrees", to tell us that with Emirates you can fly wherever you want, from wherever you are. Nice casting, by the way. 
Director of the film is  Seb Edwards who has an artistic background, having gone from paiting, to video art, to short films to commercials, and getting awarded already in 2004 at Cannes' Young Directors Awards. An actual Cannes Lion has come a few years later, in 2009, thanx to a film for COI Army.
Besides his strong visual, and his cinematographic approach to images, Seb is also able of a certain irony: check out Golf and Vodafone.
Here's a series of films, starting from Fly Emirates and its great score by Antfood, a studio we've been talking about already, due to a very nice commercial for Good Books. 

mercoledì 4 aprile 2012

Find the differences

Proseguiamo in un discorso che riguarda i bambini in pubblicità, anche perchè sull'argomento c'è ancora molto da dire.
Gli spot sui detersivi sono in assoluto fra quelli che usano e abusano dei bambini, per lo più, in questo paese, dipingendo quadretti in cui mamme alla Stepford Wives (che fanno il bucato con il twin-set e la messa in piega perfetta) hanno a che fare con pupi poco meno che civilizzati. Lo sporco, questo nemico. Dei pubblicitari, si intende.
Sta girando in tv uno spot per Vanish, marchio di per sè non proprio all'avanguardia della comunicazione, in cui una mamma inorridisce, paralizzandosi, di fronte ad una macchia procuratasi dal figlio che gioca accanto a lei; la giovane donna si rilassa e sorride solo dopo una riflessione di qualche secondo, incalzata dal voice over, il cui contenuto deve essere più o meno questo: "Meno male che c'è Vanish". 
Bleah. 
Ecco come altrove è stato trattato l'annoso problema delle macchie dai marchi Persil ed Ariel, grazie anche ad alcuni fra i migliori registi in circolazione (di bambini e non).

Ther's still much to say about children in advertising, so let's continue on this subject.
Detergents' commercials are among those that most use (and abuse of) children, usually pictured in the company of "Stepford Wives" moms (doing the laudry in a twin-set and a perfect hairdo), who are dealing with half the way civilized kids. Dirt, this enemy. Of advertising agencies, clearly.
We have the privilege to admire, airing on Italian television these days, a commercial for Vanish, a brand that's not exactly famous for cutting edge communication, where a mom, horrified by the stain her son has just provided his shirt with, freezes for a few seconds; then she relaxes and smiles, probably having considered: "Thank God I have Vanish!".
Yak.
Here's how the age-old problem of stains has been treated elsewhere for brands such as Persil and Ariel, with the contribution of two of the best directors around.

Philippe André - Persil, "Robo Boy", 2008 (Agency: BBH, London. Creatives: Alex Grieve, Adrian Rossi. Production: Bikini Films; Post Production: The Mill)

   
Martìn Hodara - Ariel, "Hermanos", 2007 (Agency: Del Campo Nazca Saatchi&Saatchi, Argentina; Creatives: Santiago Martino Davis, Ari Senzacqua; Prod. Company: Palermo Films.)




Martìn Hodara - Ariel, "Souvenirs", 2006 (Agency: Del Campo Nazca Saatchi&Saatchi, Argentina; Creatives: Patricio Gomez, Natalia Gioiosa; Prod. Company: Palermo Films.)


 
NB: Non siamo riuscite a reperire le date di questi spot da fonti certe, siamo andate per deduzione.

venerdì 23 marzo 2012

Bond, Fredrik Bond

Sì è vero. E' il titolo meno creativo che si potesse concepire in tali circostanze, ma cosa ci volete fare?... Indicizza bene.
Forse voi che leggete questo blog vi aspettate che ce ne usciamo con delle cosiddette "chicche", nomi che voi umani non potete nemmeno sognare, ed eccoci invece con un nome che conoscete tutti a memoria, ma siete sicuri di conoscerne l'opera? Confidiamo di stupirvi. 
Fredrik Bond, infatti, è uno dei registi più versatili del panorama pubblicitario: è difficile inquadrarlo in una categoria, in uno stile persino. E' bravo. E' bravissimo. Come muove la macchina, come muove gli attori, come racconta, come crea visioni. 
Svedese di nascita, ha iniziato la sua carriera come fotografo e montatore, e dopo aver frequentato la prestigiosa NYU Film School si è fatto notare immediatamente ai Saatchi&Saatchi "New Director's showcase", diventando in breve il talento universalmente riconosciuto e ambito che è ora.
Forse, leggendo il suo nome a voce alta, il primo film che vi viene in mente attualmente è questo:

Yes, you're right. That's possibly the least creative post title under the circumstances, but what can we say in our defence? .... It's a good index link.
Maybe if you are reading this blog, you expect us to come out with so called "treats", directors you wouldn't expect, and here we are instead, pulling a name out of the hat you've all heard of a millions times. But are you sure you really know his work? We are positive we'll surprise you.
Fredrik Bond is one of the most versitile directors around: it's very difficult to put a label on him, or even to define his style. He's good. He's very good. The way he moves the camera, or the actors, the way he tells stories, the way he creates a vision.
Born in Sweden, he worked originally as a photographer and an editor. Later he attended prestigious NYU Film School, and out of there he was immediately noticed at the Saatchi&Saatchi "New Director's Showcase", briefly becoming the universally known and aimed talent he is now.
Speaking his name out loud, you might be immediately recalled of this commercial:


O questo: 

Or this one maybe: 


E forse vi stupirà sapere che ha diretto anche questi spot (a proposito di "saper raccontare"):

And you might be surprised to find out he's directed also these two commercials (speaking of "knowing how to tell a story"):

 

Probabile vi ricordiate questo spot, specie se siete fanatici degli spot del Superbowl (come noi)....

If you are fanatics of the Superbowl commercials (as ouselves), you might remember this one....


....ma anche di questo se vi interessate di pubblicità:

....or this one,  you  ads-fanatics:



E per ultimo questo famosissimo Guinnes:

Last one, ultra famous Guinnes ad:


 
Se non vi abbiamo stupiti, per lo meno vi abbiamo intrattenuto? 
Passate un ottimo week-end, cercheremo di fare lo stesso.


If we haven't surprised you, have we entertained you at least?
Have a terrific week-end, we'll try to do the same.

venerdì 16 marzo 2012

Good Book - Methamorphosys

Le cause giuste tirano fuori il meglio dai pubblicitari,  probabilmente perchè certa libertà che concedono solo i progetti no-profit,  giova moltissimo alla creatività stessa.
Ecco per esempio un film realizzato da Buck (un collettivo newyorkese di registi, animatori, artisti del digitale, designers, illustratori e producers - guardate la loro reel perchè sono davvero bravi-) per Good Books, un negozio on-line di libri (con sede in Nuova Zelanda) che ha la peculiarità di devolvere tutti i propri profitti in beneficienza alla Oxfam, una confederazione di associazioni che lavorano per ridurre le disuguaglianze e contribuire a combattere la povertà nel mondo. A parte tener presente questa onorevole inizitiva per la prossima volta che dovrete regalare o acquistare per voi un libro in lingua inglese, guardatevi questo bellissimo spot e cercate di capirne il testo, anche se non è facile nemmeno per l'orecchio più allenato all'idioma. 
L'agenzia che ha realizzato il concept è String Theory, anch'essa neo zelandese, e si è ispirata agli scritti ed ai personaggi di Hunter S. Thompson, il giornalista e scrittore morto nel 2005 in circostanze misteriose, e autore, fra gli altri, del romanzo cui si ispirò Gilliam col suo "Paura e Delirio a Las Vegas". Il personaggio protagonista di questo spot è qualcuno che assomiglia molto al Raoul Duke/Johnny Depp del film, e che ci spiega (anche se non lo abbiamo capito proprio bene) il motivo per cui ha dovuto comprare "La Metamorfosi" di Kafka. Bellissimo copy, bellissime animazioni, bellissimo il sound design di Antfood, delirio assoluto. 
A noi ha richiamato alla mente, per analogia, un'altra celebre sequenza di animazione, in cui pure si illustravano le visioni di una mente obnubilata da sostanze psicotrope...

Good causes bring out the best in creatives, probably because those projects allow a certain freedom agencies don't have on a daily basis, and which is good for creativity itself. 
For instance, here's a film by Buck (a NY collective of directors, animators, digital artists, designers, illustrators and producers -go check out their showreel, they're very good!-) for Good Books, a New Zeland based on-line book shop, whose peculiarity is to give away all its profits to Oxfam, a confederation of organizations working in the world to fight poverty and injustice. Besides keeping in mind this honorable initiative, next time you'll buy a book, enjoy this beautiful film and its text, so hard to get for us strangers.
The concept is by String Theory, an agency based in New Zealand as well, and is inspired by the charachters and the writings of Hunter S. Thompson, journalist and writer who died under mysterious circumstances in 2005, author, among others, of "Fear and Loathing in Las Vegas", that ispired the homonymous movie by Terry Gilliam. The narrator of this commercial is somebody that resembles a lot the Raoul Duke/Johnny Depp from that movie, and is trying to explain why he just had to buy Kafka's "Methamorphosys". Great copywrite, beautiful animation, fantastic sound design by Antfood, totally delirious.
We couldn't help it, but it recalled so much of another famous animation sequence picturing the vision of an hallucinating mind...




venerdì 9 marzo 2012

C'era questa volta

Un piacere secondario dell'andare al cinema, è quello di poter vedere gli spot pubblicitari in versione lunga (45 o 60 secondi), e in dimensioni mastodontiche. A volte ti accorgi di cose che in tv avevi sottovalutato. O semplicemente avevi cambiato canale.
Nel caso di cui vi vogliamo parlare, la sala cinematografica giova anche perchè l'ispirazione della campagna è dichiaratamente cinematografica. Si tratta della campagna "I racconti di Sorgenia": quattro soggetti che intendono lanciare l'azienda sul mercato consumer, puntanto l'attenzione sul risparmio e l'ecologia. Per dovere di cronaca vi dobbiamo dire che di quattro ne sono usciti soltanto 3 per ora, chissà se il quarto lo hanno cancellato o se uscirà tra poco, comunque lo potete vedere qui). 
A noi la campagna è sembrata molto carina, specialmente dopo aver visto il 3° soggetto uscito in ordine di tempo (il primo uscì a Ottobre 2011). Sarà stata certamente di grande stimolo per i creativi della Ogilvy, e scommettiamo che, oltre a fare tante notti in agenzia, si saranno anche divertiti un po'.
Una campagna così è anche un grande stimolo per chi si trova a dover girare gli spot, anzi, a fare la ricerca regia, prima che a girarli. La produzione è stata affidata a The Family, e la regia ad Anthony Atanasio e Valerie Martinez (co-registi e co-niugi superstar). Atanasio è un grandissimo mestierante, una garanzia senz'altro, ma personalmente non lo amiamo molto perchè lo troviamo freddo come un igloo (e caro come il fuoco). 
Se ci è concesso fantasticare un po': data l'impostazione molto cinematografica e sognante della campagna, sarebbe stato bello coinvolgere non uno, ma 4 registi di cinema, magari italiani (Gabriele Muccino? Claudio Cupellini? Paolo Virzì? Luca Miniero?) affidando ad ognuno un soggetto, e giocando sui diversi stili, ma con il denominatore comune della musica (che è un brano dalla colonna sonora di "Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie"), di una bella grafica introduttiva in perfetto stile fairy tale, e dello speaker (ma uno tipo la voce narrante di "Amélie", bella pastosa e rassicurante). 
Eh già, sarebbe stato proprio divertente... 

A secondary pleasure of going to the movies, is the chance of watching giant sized commercials in their longest cut. And sometimes you realize there are commercials you had underestimated on tv. Or maybe you just had changed the channel.
The case we want to talk about benefits of being seen in a movie theater also because it is inspired by cinema. We are talking about "Sorgenia's Tales" campaign: four films that are launching the company on the consumers' market, playing on subjects such as ecology, and energy/money saving. So far only three films have been aired; we have no idea when and if the fourth will be, but you can see it here.
We enjoyed the campaign, especially after having recently seen the last film (the first one was aired in October 2011). This campaign has certainly been a challenge for creatives at Ogilvy, and despite the nights spent working, we bet they had fun doing it. 
Films like these are also a great challenge for who's producing them, starting from the research of the right director. The Family produced the entire campaign with directors Anthony Atanasio and Valerie Martinez (superstar co-directors and co-uple). Atanasio is a great professional, no doubt, but we don't exactly go mad about him since we find him a bit cold (and very expensive).
If we may daydream a little: considering the dreamy and cinema inspired subjects, we would have loved to get Italian feature film directors involved, a different one for each film (Gabriele Muccino? Claudio Cupellini? Paolo Virzì? Luca Miniero?), tryng to diversify styles, but keeping music (a piece from "Mr Magorium Wonder Emporium"), fairy  opening motion graphics and the speaker (a voice like the story teller in "Amélie") in common.
Oh yes, it would have been so much fun!.... 

martedì 6 marzo 2012

Francesco Calabrese (non il cantante)

Il nostro post sui videoclip ha sollevato qualche risata e la cosa ci ha fatto molto piacere. Riso amaro, sia ben inteso. Nessuno degli addetti ai lavori si rallegra della situazione: gente che ha passato l'adolescenza a fantasticare sulle immagini dei videoclip, da Deejay Television in poi, e che si ritrova a fare i conti con una realtà che di patinato non ha neanche la carta dei biglietti da visita. 
Ci sono arrivate anche delle dritte (grazie Sara -ndr), e abbiamo passato i giorni scorsi a studiare, scoprendo (o riscoprendo) giovani e talentuosi registi di casa nostra, che fanno videoclip ma che sono sicuramente prossimi a fare ben altro.
Prendiamone uno in particolare perchè il suo canale di Vimeo è così ricco da averci fatto girare la testa: si chiama Francesco Calabrese, tra noi e lui ci sono solo due gradi di separazione ma non ne sappiamo molto (neanche l'età, per dire), dunque, appena risponderà alla nostra mail, gli faremo le domande che colmino questi vuoti. Nel frattempo ve lo presentiamo con il suo lavoro, che è quello che conta.
A dimostrazione del fatto che l'abito in certi casi fa il monaco, Calabrese si presenta dietro ad un paio di occhiali scuri e vintage, come una vera star piena di tatuaggi; e, come una vera star, ha fatto di se stesso l'icona di se stesso. 
Francesco Calabrese è un marchio, andate a vedere il suo sito e verificate.
Ricollegandoci a quanto detto a proposito dei video delle canzoni vincitrici di Sanremo (e anche se abbiamo il sospetto che Calabrese non prenderebbe neanche in considerazione di girare un video di Emma), constatiamo con piacere come si possano realizzare dei buoni video anche con i piccoli budget che abbiamo quasi la certezza lui abbia avuto a disposizione. Ci riproponiamo e vi promettiamo di indagare anche in questa direzione. Intanto ve ne postiamo un paio: 


Our post about music videos has made somebody laugh, and we are happy about that. Of course it was a bitter laugh. Nobody is happy about the disillusionment: after all those teenage years spent dreaming about glossy music videos we used to watch on MTV, we've waken up in a business that has nothing glossy anymore, not even business cards.
We've also received some tips (thanx Sara), and we've spent a few days catching up on  Italian, young and talented directors who are doing music videos but are most likely to be doing much more than that.
We would like to focus on one in particular, whose Vimeo channel is so rich, it has made our head spin: his name is Francesco Calabrese. Only two degrees of separation stand between us, but we don't know anything about him, not even his age; we'll be able to fill in the blanks as soon as he'll answer our e-mail,  hopefully. In the meantime let us show you his work, which is what really matters.
Sometimes you are allowed to judge by the cover: Calabrese presents himself from behind vintage shades, like a real star covered in tattoos; and like a real star, he's made an icon of himself.
Francesco Calabrese is a brand already: go check on his website.
Linking back to what said about the music videos of the winning songs at the Sanremo Festival (even though we have the feeling Francesco Calabrese would never direct a video for Emma), we are glad to see how you can make a nice video even with a small budget, which we are pretty sure he had. We promise we are going to investigate about this matter as well. Here's a couple of videos, meanwhile:





E poi ci sono le pubblicità, realizzate con agenzie quali DLVBBDO e Cayenne.
Eccovi le nostre 3 prime scelte, e per ultimo, un fake di Zurich da morir dal ridere (home made):

And then there are the commercials, directed for agencies such as DLVBBDO and Cayenne.
Here are our favourite three, and last a spoof  Zurich commercial, very very funny:




sabato 3 marzo 2012

Cary Fukunaga

Postiamo per la prima volta durante il week end: l'aria è tiepida e il sole splende, e noi ci siamo allungate un po', a dimostrazione del fatto che il clima caldo rallenta i ritmi della vita. E d'altra parte siamo italiane, fino a prova contraria...
Avevamo approfondito recentemente la conoscenza di un regista che ci incuriosisce per più d'una ragione: è giovane e talentuoso, il suo "Jane Eyre" è stato candidato all'Oscar 2012 per i migliori costumi, recentemente ha diretto uno spot colossale per Playstation, e rappresenta un interessante commistione di culture.

Cary Fukunaga è infatti giapponese da parte di padre e svedese da parte di madre, è nato in America, ha studiato in Francia e ora vive (almeno secondo il suo profilo FB) a Londra.
Vi postiamo qui di seguito il suo film per Playstation; qualche giorno fa, avevamo già postato, parlando di ottimi copywrite, lo spot per Levi's "America - Go Forth", che girò nel 2009.

Here we are posting during the week-end for the first time: the air is nice and warm around here, the sun is shining and that's probably the reason why we've slowed down a bit. Isn't it proved that warm weather makes people lazy? And we are Italian, as a matter of fact...
We've recently had the chance to deepen our knowledge of the work of a director who's won our attention for more than one reason: he's young and talented, his "Jane Eyre" has been nominated for Best Costume Design at the 2012 Oscar Awards, he's recently directed a colossal commercial for Playstation, and he represents an interesting cultural melting pot.
Cary Fukunaga's father is Japanese, while his mother is Swedish. He was born in the US, but he studied in France and now lives in London (according to his FB profile). Here's the commercial he's directed for Playstation. A few days ago, we had posted,  speaking of beautiful copywrites, another commercial of his: Levi's "America - Go Forth".


mercoledì 15 febbraio 2012

Favola Italiana

Quando ci si occupa di pubblicità, è d'obbligo tenere d'occhio quanto si produca all'estero. Il mondo anglosassone ha fatto scuola e a ruota, nel tempo, lo hanno seguito altre zone geografiche. Il nord Europa, l'Argentina. Ora si è messo pure l'oriente alla rincorsa e chissà dove arriverà la tenacia dei Cinesi e degli Indiani. 
L'Italia arranca, ogni tanto splende di luce propria, ma la fiamma non riesce a rimanere accesa, e questo particolare momento storico è dei più deprimenti, creativamente parlando, e non serve essere dei geni nè degli esperti per constatarlo: basta guardare la tv, ahimè.
Per un costante aggiornamento e per una boccata d'aria fresca è doveroso farsi un giro almeno sulla newsletter di Shots, Bibbia dell'advertising internazionale. Se poi siete così fortunati da poter usufruire di un abbonamento, forse non avete neanche bisogno di stare su questo blog, che non può che arrivare in ritardo, rispetto al mostro sacro, con news ormai stantie rispetto a quanto avrete già letto per soli 2000 € l'anno (soldi ben spesi, ma Diavolo, quanti!). 
E come è stato bello questa settimana trovare fra gli "shots condenders" (gli spot che si contendono l'entrata nel dvd bimestrale con il meglio del meglio della pubblicità mondiale) uno spot bellissimo per Lavazza, intitolato "Favola a Modo Mio" (agenzia Armando Testa Torino, direttore creativo Andrea Lantelme), realizzato in stop motion con un set e dei modellini di carta, da Dadomani Studio! Lo studio ha sede a Milano e il loro lavoro ha senza dubbio un respiro internazionale. Ci piacciono un sacco e per questo motivo vi invitiamo a conscerli sul loro sito, e vi proponiamo qui sotto non solo lo spot, ma anche il making of di Lavazza. 

If you are in advertising and you work in Italy, you must be aware of what's being produced abroad. UK and USA have been masters in advertising and, in times, other regions have followed up: Northern Europe, Argentina. China and India are on truck and we assume they'll come a long way, persistent and motivated as they are. 
Italy struggles: sometimes it shines, but the light can't seem to stay on for too long, and this particular moment is certainly the most depressing one we can recall, in terms of creativity. You don't need to be an expert, nor a genius: you just have to watch TV to jump to this sad conclusion. 
If you want to keep updated and you want to enjoy some nice pieces of advertising, you must at least read the Shots newsletter. If you have access to the actual magazine, thanx to a very expensive subscription you have, or somebody for you has made (2000 well spent euros, but shoot, it's a lot of money!), you probably don't even need to be on this blog that's necessarily late at giving the news, compared to the giant Shots.  
How nice it was this week to find, among the shots contenders, a beautiful stop motion film for Lavazza (agency Armando Testa Torino, creative director Andrea Lantelme), made out of paper sets and models by Dadomani Studio! The Studio is based in Milan but certainly has an international style. We absolutely loved them, and we recommend you to visit their website. Here's not only the spot but also the making of Lavazza.


Lavazza a modo mio from dadomani on Vimeo.





Pensateci: la stop motion si può declinare in un sacco di modi diversi, dando un sapore "artigianale" e molto umano ai film, fa subito simpatia e questa è una caratteristica preziosissima in pubblicità. Non vi fermate all'idea della plastilina e di Tim Burton, si può fare molto altro, come ci dimostrano questi ottimi professionisti.

Think about it: stop motion could be used in many different ways, giving a "hand made" feel to a film, very human and instantly simpathizing with the audience, which is a crucial feature for an advertising film. Stop motion doesn't necessarily associates to "plasticine" or "Tim Burton": there's much you achieve with stop-motion, as these great professionals show us with their work.

venerdì 10 febbraio 2012

Be my Valentine

Ora vi diamo una dritta da "posta del cuore", e con questa vi lasciamo ad un ottimo (ci auguriamo) bianco week end...
Abbiamo appreso, grazie alla programmazione pubblicitaria di questi giorni, che a S. Valentino si regalano profumi. Certo, anche i classici Baci Perugina, ma sopratutto profumi, pare. Di solito i registi di questo genere di spot sono grandi fotografi che si riciclano come registi, producendo immagini bellissime, fotografia eccelsa e zero drammatizzazione. Certo è un limite, ma sono belli così, solo da guardare. E da ballare, a volte. Perchè se hanno speso milioni per le immagini, non ne lesinano per la musica, scegliendo sempre hit di successo e ultra classici (tipo la "Casta Diva" dalla Norma del Bellini), o  brani che poi diventano hit di successo. 
Ecco due film che ci piacciono, riprogrammati a tutta forza in questi giorni: uno è Fan di Fendi, del 2010, diretto da Fabien Baron, che ti mette un formicolio nei piedi grazie alla canzone dei The Kills che ne è protagonista assoluta. L'altro è Le Male, di Jean Paul Gaultier, del 2009, , qui in duplice versione etero e gay, diretto da Jean Baptiste Mondino (che è il regista anche del similissimo D&G Rose con Scarlet Joahnsson).
Ci piacerebbe trovare un regista italiano, giovane, che faccia fashion e beauty con un certo stile, e con in più quella capacità di drammatizzazione che questi grandi fotografi non hanno. C'è qualcuno?....

Here's the advice column's tip for the week end, which we wish you to be a very nice and white one.
Thanx to the advertising programming these days, we just learned that the Valentine's perfect gift is a perfume, and chocolates, of course, but mostly perfumes. Directors of this kind of commercials are usually photographers who can pull out great photography, beautiful images and zero dramatization. This is certainly a limit but they're nice to watch anyway. And sometimes to dance to, since they aren't afraid of spending money, nor for the visual, nor for the score. They either use successful hits or classics (like the "Casta Diva" from Bellini's Norma), or they make those songs become hits. Here are two films airing amok these days on Italian tv. The first one is 2010 Fan di Fendi, by Fabien Baron, that makes you wanna dance with The Kills, and the other one is 2009 JP Gaultier's Le Male, by Jean Baptiste Mondino (also director of the very similar D&G Rose with Scarlett Johansson), here both in etero and gay version. 
We'd love to discover an italian director, capable of this kind of images but with better dramatizing skills than these photographers', somebody young and willing to make a carrer in fashion and beauty. Anybody out there?...





lunedì 6 febbraio 2012

Best of Super Bowl 2012

Ci auguriamo abbiate passato un buon lunedì, visto che ormai l'ora volge al desio...
Arriviamo un po' sul filo del fuori gioco, ma riuscire prima a cercare e poi a incorporare i video in qualità e dimensioni accettabili dentro questo blog, non è stato semplice come immaginavamo. Ma ora abbiamo imparato. Grazie della pazienza e speriamo di esservi utili e di gran diletto.
Parliamo, come tutti stamattina, degli spot andati in onda durante il Superbowl. Permettetici innanzi tutto una breve riflessione: non è uno di quei miracoli positivi del consumismo globalizzato, che un evento sportivo/televisivo si trasformi in un'occasione, in una straordinaria e ricchissima vetrina per talenti, quando potrebbe ridursi, come succede per tutti gli altri eventi sportivi che ci vengono in mente, ad un supremo gesto di sintesi, che giunge fino alla pura e semplice esposizione di un marchio? Non è fantastico che gli spot inseriti negli intervalli della partita, siano essi stessi diventati parte dello show? Non sarebbe bello avere a disposizione un Superbowl in ogni Paese, cosicchè noi che ci occupiamo di pubblicità, ci possiamo divertire per davvero, almeno una volta l'anno?
Detto questo, vi lasciamo una selezione degli spot che a noi sono sembrati più belli, ma non prima della nostra personale pagella:

- Chrysler si è prodotta in un altro gesto grandioso. Un copy originale (completamente originale), letto da una voce importante, in questo caso di un attore/regista monumento qual è Clint Eastwood, perfettamente calzante il messaggio, lo spirito e le aspirazioni del marchio. La regia di questo spot bellissimo è di David Gordon Green, che fino ad oggi non ci era sembrato un genio. E forse, anche in questo caso, è più merito di Clint. 




- La sua sorellina Italiana (o forse sarebbe meglio definirla madre adottiva), la Fiat,  ci ha regalato l'ennesima figura di merda planetaria: Italia = 500 = cappuccino = gnocca-poco-vestita-e-zoccoleggiante-che-sussurra-frasi-incomprensibili-piene-di-vocali (lo spot NON è stato sottotitolato per il pubblico americano). Volete sapere qual è la beffa ulteriore? La pupa in questione non è neanche italiana, è rumena. Bhè, almeno ci attribuiscono un discreto meltin-pot, alla faccia della Bossi-Fini.  Andiamo avanti così, facciamoci del male. (del regista, in questo caso, scusateci ma davvero non ci interessa)


-VW e Audi ci fanno sorridere, e sfruttano un immaginario cinematografico molto di moda. Da una parte il sempreverde Star Wars, con in più il pregevolissimo gesto creativo di avere offerto un fil rouge fra lo spot dell'anno scorso e quello di quest'anno, e al contempo di avere concluso lo spot nuovo con un'appendice extradiegetica che, oltre ad essere funzionale alla continuità con l'anno precedente, è anche molto furba, perchè allunga la broda a 90 secondi senza annacquarla. Il regista è (ancora) l'eccellente Lance Acord. Audi invece prende a prestito i vampiri di Twilight, ma li prende anche in giro. Che sollievo! Il regista in questo caso è Matthijs Van Heijningen, e se sapete come si pronuncia fatecelo sapere.


- Honda e Acura, insieme alle risate, ci offrono due interessanti versioni della stessa lezione: come usare un testimonial in maniera intelligente. Perchè non c'è James Bond che tenga, se poi alla fine gli fai fare la figura del pupazzo. Nel caso di Honda, il regista è Todd Philipps, per Acura invece è Craig Gillespie entrambi registi di cinema, prima che di pubblicità, non a caso.



- Toyota ci fa letteralmente schiattare dalle risate, e non ci spieghiamo neanche bene il perchè. Giudicate voi se non ti attacca la "stupidera" fuori da ogni controllo. Il regista è Tom Kuntz, un maestro del genere comedy.


Potevamo parlarvi anche delle assurdità comiche di Doritos, o degli orsi polari che giocano a football, involontariamente, nello spot di Coca Cola. Entrambi tuttavia ci sono sembrati meri esercizi di stile, che non ci hanno fatto battere il cuore per davvero.
Vi lasciamo però con un ultimo spot, che postiamo solo per chiudere un cerchio, iniziato con la bellona della Fiat. Vale la pena, e non per le doti artistiche del regista (che poi è un fotografo: Alasdair McLellan). 
Maschi, tremate, le streghe son tornate! ...e si vendicano scrivendo campagne per H&M.

giovedì 26 gennaio 2012

Le Bambole Imperfette di Alex Prager

Buongiorno a tutti! Oggi la giornata qui a Milano è fredda e grigia, l'illusione di primavera è finita col tramonto rosso di ieri, perchè rosso di sera, si sa, il bel tempo ci fa sperare, ma non lo garantisce. Può anche preannunciare nebbia, da queste parti.

Lasciamo dunque che a colorare la nostra giornata sia questa bravissima fotografa e regista americana. Si chiama Alex Prager ed è una donna, anche se nella stampa e sul web, in Italia, se ne parla ostinatamente al maschile....peccato!
Il suo stile prende le mosse dall'iconografia anni '50 e '60, le sue atmosfere sono di ispirazione Hitchcokiana e Felliniana, e le modelle che sceglie per i suoi scatti sono spesso portatrici di qualche imperfezione che, lungi dal farcele apparire come "donne vere", certamente ci calano in un mondo di bambole da un'altra epoca. 
E in un mondo di bambole e favole ci porta con il cortometraggio che ha girato per Mercedes Benz, e che si inserisce nella campagna "Icons of Style" Autunno-Inverno 2012 del marchio tedesco. Per dirla con le parole della regista stessa: "Mary Poppins meets The Wizard of Oz, meets James Bond". Dorothy Gale in questo caso è un'inquietante Lara Stone, "quella degli incisivi separati", avete presente? 
Quindi godetevi questo piccolo esercizio di stile e soprattutto, se vi avanza una pausa caffè, fatevi un giro sul sito della Prager e guardate le altre sue bellissime foto.



lunedì 23 gennaio 2012

MISS REPRESENTATION (un documentario)



Buon lunedì a tutti, vi auguriamo di ianugurare con oggi una settimana di lavoro proficua e serena!
Stavamo facendo una ricerca e abbiamo scoperto questo documentario della regista Jennifer Siebel Newsom.


Essendo questa società, anzi, questo sodalizio, espressamente, palesemente ed orgogliosamente femminile (se arrivate dal nostro sito ufficiale non ne avrete avuto neanche il minimo dubbio), ci sentiamo quasi in dovere di divulgare questo documentario, che si riferisce alla realtà Americana, ma racconta tutto l'Occidente.
Visto che parliamo principalmente ai pubblicitari, e visto che certi spot che utilizzano donne e bambini ci sembrano essere stati scritti dagli alieni in visita fugace sulla Terra, vorremmo invitarvi a guardare il trailer, e se vi colpirà, potrete spendere 89 minuti a guardarvelo per intero, lo trovate qui
Che siate donne, uomini o alieni non importa. Sono cose forse dette e stradette, che, chissà come mai, cadono facilmente nel dimenticatoio....







mercoledì 18 gennaio 2012

Happy B-Day DJ


Buongiorno a tutti! E’ mercoledì, e il mondo si è svegliato al suono gracchiante della registrazione telefonica di un uomo il quale, involontariamente, ci ha regalato probabilmente il copy dell’anno. Ma noi, per vostra fortuna, parleremo d’altro.
Da qualche giorno è in onda uno spot molto carino di Radio Deejay che intende celebrare i 30 anni della radio. Cercando cercando, abbiamo scoperto che il regista (in effetti i segnali c’erano tutti) è Marco Gentile a cui, con l’occasione, facciamo i nostri complimenti per non tradire mai le aspettative.
L’idea (l’agenzia è lo Studio Marani) è semplice, immediata e sviluppata bene, grazie anche (soprattutto?), al casting (dei bambini, l’altro era facile…) ed alla messa in scena.
A noi ha riportato alla mente un altro spot, di una regista americana che ci piace così tanto, ma così tanto, da essere gelose persino del suo nome, che tuttavia vi sveliamo: si chiama Sophie Caretta. Cliccate, e guardate questo dolcissimo film che condivide con quello di Deejay il tipo di fotografia e la dolcezza. Per il resto, quello che in Career builder è poesia, in Deejay è ironia, come si confà alla natura dell’emittente.
Bene, bravi, bis!
 
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