mercoledì 14 marzo 2012

Three Little Pigs

Questa sarà ricordata come l'epoca peggiore per la pubblicità Italiana, senza ombra di dubbio. E tutto sommato ce lo meritiamo. Abbiamo perso di vista l'importanza dello studio, della ricerca, dell'innovazione, e questa perdita ha impoverito l'intera filiera della produzione. Facciamo una riflessione: pare le aziende si stiano accorgendo che non sia più molto proficuo investire sui classici 30 secondi (perchè per mostrare semplicemente un logo te ne bastano e avanzano 15, e se l'alternativa è quella di allungare la broda a 30 con sputazzate sanguinolente o donnine effervescenti che fanno il loro ingresso nel vostro intimo -e non parliamo della porta di casa- per risolvere problemi di stitichezza, tutto sommato, ben vengano i formati brevi: "parola di Roberto Carlino"). E allora per la gioia di tutti gli addetti ai lavori, non sarebbe meglio che si investisse per creare dei film più lunghi, di ottima qualità, e che si diffondano poi viralmente e diano lustro ad un marchio per mezzo di "virtute e canoscenza"? 
Cari CO delle grosse multinazionali dell'advertising, svestite ordunque i panni dei "consiglieri fraudolenti", e indirizzate il mercato verso più nobili e proficue sponde! Non è più in vostro potere di moltiplicare le vendite al ritmo dei pani e dei pesci della parabola: per quello ci sono i temporary stores e gli on-line shops. Fatelo capire ai vostri clienti, è il vostro mestiere -tra l'altro-. Noi ce ne rallegreremmo assai.
E chiudiamo qui il pippotto da maestrine quali siamo nell'animo. 
Intanto nel Regno Unito: il 29 Febbraio è uscito uno spot di The Guardian (agenzia BBH London) che è un capolavoro di inventiva applicata all'attualità. Si tratta infatti di una fantasiosa trasposizione della fiaba "I Tre Porcellini" in una metropoli contemporanea,  raccontata, come se fosse una storia di cronaca, tramite i tutti i media (tv, web, giornali) e che vuole spiegare l'idea dell' "open journalism" di questa testata, cioè del dialogo continuo tra giornalismo e utenti. Il regista dello spot è Ringan Ledwidge, e gli effetti sono stati realizzati da The Mill

This will probably be remembered as the worst era for Italian advertising, ever. And we kind of deserve it. We're not focused on crucial subjects such as research, development and innovation, and this causes a massive loss along the entire production process. Think about it: clients are realizing that investing in traditional 30 seconds ads doesn't pay anymore (because 15 seconds are plenty to display a logo, and most of the times it's not worthed to water them down to 30 with junk, it backfires instead). Wouldn't it be a joy to everyone in the business, if they could invest in longer, top quality films that spread virally and become surplus value to the brand thanx to their inner cleverness?
Dear CO's of multinational advertising companies, please, stop being bad advisors and convince your clients that your job is not to multiply sales at the rate of the famous parable's bread and fish anymore. We have temporary stores and on-line shops for that already. Make your clients believe, it is your job isn't it? We would totally appreciate.
We are done with our preaching, thanx for bearing it.
Meanwhile in the UK: a commercial for The Guardian created by BBH London, was aired on February 29th,  and it is a masterpiece of creativity. The fairytail "Three Little Pigs" is set in a contemporary city and told through media (newspapers, tv, web), as if it were breaking news. The film communicates the "open journalism" approach of the Guardian, resulting in a constant exchange between readers and reporter. Ringan Ledwidge directed the film, while the visual effects are by The Mill.

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